Special sull'inaugurazione della Sala del Thè all'Hospice di San Severino Marche.
Servizio del giornalista Daniele Pallotta.
Intervista ad Ayres Marques Pinto
L’ora del thè in hospice
(Ayres Marques Pinto)
Ci sono momenti nella nostra vita in cui ogni cosa assume un significato più profondo.
È come se ogni gesto diventasse metafora, come se ogni parola, anche quella taciuta, fosse una rivelazione!
Il periodo vissuto in hospice rappresenta uno di questi momenti della nostra vita.
In hospice, la persona, insieme ai propri familiari e amici, viene presa in cura da un’equipe multidisciplinare, formata non soltanto da medici, infermieri, oss, ma anche psicologi, educatori e da un gruppo di volontari adeguatamente formati; e questo permette che niente venga lasciato totalmente al caso e nessun minuto venga sprecato!
In questo contesto, l’ora del thè, o del caffè, della tisana, o dei biscotti, dei dolcetti, insomma , dei sapori e dei profumi, si trasforma quasi in una sorta di rituale per la valorizzazione e la condivisione delle cose semplici della vita. E allora, ciò che sarebbe altrimenti soltanto un tempo sospeso, si converte in momento di ascolto, quel tipo di ascolto che risuona nel cuore di ogni partecipante e che si fa musica, musica d’insieme, quel genere di musica che invita a ballare il nostro spirito.
Dunque, la pausa del thè si inserisce perfettamente nel programma generale del prendersi cura della persona, la persona nella sua dimensione fisica, psicologica, e anche sociale e spirituale.
Ma oltretutto, l’ora del thè rappresenta un’opportunità preziosa di crescita, specialmente per i volontari, che lo preparano, lo servono e osservano. Perché quello è l’intervallo di vita quotidiana in cui si pratica l’arte di entrare in sintonia con gli altri, il che richiede però un esercizio tutt’altro che facile: cioè, quello di coltivare l’armonia nel giardino interiore di se stessi.
Per tutte queste ragioni ti facciamo questo invito:
“Vieni anche tu a prendere un thè con noi, all’Hospice di San Severino!”
(Ayres Marques Pinto)
Ci sono momenti nella nostra vita in cui ogni cosa assume un significato più profondo.
È come se ogni gesto diventasse metafora, come se ogni parola, anche quella taciuta, fosse una rivelazione!
Il periodo vissuto in hospice rappresenta uno di questi momenti della nostra vita.
In hospice, la persona, insieme ai propri familiari e amici, viene presa in cura da un’equipe multidisciplinare, formata non soltanto da medici, infermieri, oss, ma anche psicologi, educatori e da un gruppo di volontari adeguatamente formati; e questo permette che niente venga lasciato totalmente al caso e nessun minuto venga sprecato!
In questo contesto, l’ora del thè, o del caffè, della tisana, o dei biscotti, dei dolcetti, insomma , dei sapori e dei profumi, si trasforma quasi in una sorta di rituale per la valorizzazione e la condivisione delle cose semplici della vita. E allora, ciò che sarebbe altrimenti soltanto un tempo sospeso, si converte in momento di ascolto, quel tipo di ascolto che risuona nel cuore di ogni partecipante e che si fa musica, musica d’insieme, quel genere di musica che invita a ballare il nostro spirito.
Dunque, la pausa del thè si inserisce perfettamente nel programma generale del prendersi cura della persona, la persona nella sua dimensione fisica, psicologica, e anche sociale e spirituale.
Ma oltretutto, l’ora del thè rappresenta un’opportunità preziosa di crescita, specialmente per i volontari, che lo preparano, lo servono e osservano. Perché quello è l’intervallo di vita quotidiana in cui si pratica l’arte di entrare in sintonia con gli altri, il che richiede però un esercizio tutt’altro che facile: cioè, quello di coltivare l’armonia nel giardino interiore di se stessi.
Per tutte queste ragioni ti facciamo questo invito:
“Vieni anche tu a prendere un thè con noi, all’Hospice di San Severino!”