venerdì 15 luglio 2011

Ripartendo dal Post di Alessandro, direi che no, la sofferenza non è necessaria. Tuttavia seguendo questa linea mi chiedo: e la gioia, l'entusiasmo, la malinconia, la rabbia e la serenità a cosa servono? Servono a qualcosa di diverso da ciò che semplicemente sono? A cosa servono le esperienze umane? Credo che queste domande nascano da due presupposti radicati nella nostra cultura. Il primo è che le esperienze debbano avere un carattere funzionale; il secondo è che il tempo, e quindi l'esperienza possa avere solo un andamento lineare dal passato al futuro. Credo che affiancare le persone che vivono la fase conclusiva della propria vita significhi anche scardinare questi presupposti. La vita serve solo a vivere, siamo noi che possiamo attribuire un senso alle nostre esperienze mano a mano che le viviamo e questo senso modificherà il modo in cui possiamo raccontare la nostra storia o immaginarci il nostro futuro, questo senso inevitabilmente parlerà di noi.